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.:: (2007) - Fes

 

Martedì 3 luglio – Fes

Al mattino iniziamo la visita guidata (la guida è un ragazzo, non ricordo il nome, che si rivelerà bravissimo e simpaticissimo) della città reputata la più affascinante del Marocco.
Fès, fondata da Moulay Idriss, è divisa in tre parti: Fès el Bali (l’antica Medina risalente al’809), Fès el Jedid (la nuova Medina del XIII secolo) e la città nuova (costruita dai francesi con ampi viali alberati e grandi piazze).
Noi iniziamo dal Palazzo Reale (grande spiazzo, belle porte ma come al solito chiuso al pubblico).
In prossimità del palazzo si sviluppa Fès el Jedid, costruita dai Merinidi, era abitata dal Sultano e dai suoi cortigiani.

Di Fianco il palazzo c’è il quartiere ebraico (si dice che il sultano li volle vicino sia per proteggerli che per controllarli!!!).

Riprendiamo la macchina e percorrendo la Tour de Fès, costeggiando le mura color ocra e seguendo il saliscendi delle colline, arriviamo alla fortezza Nord (ce ne sono 2 la nord e la sud) dalla quale ammiriamo il bel panorama su tutta la città e in special modo sulla Medina vecchia che si erge ai piedi della collina dove si trova la fortezza.
Scendiamo ed iniziamo la visita a Fès el Balid in un laboratorio di ceramica (vediamo la lavorazione dalla forgia, alla cottura, alla decorazione e via via fino al prodotto finito).

Poi entriamo in un groviglio di stradine in cui è facile perdersi… siamo all’interno della più famosa Medina del Marocco.

La nostra guida ci spiega che all’interno della Medina ci sono tanti quartieri individuabili dal fatto che ognuno di essi (in antichità) avevano una Moschea ed una fontana.
Iniziamo il nostro girovagare tra stradine strette piene di ogni mercanzie, saliscendi continui, posti affollatissimi e non.

Tra l’altro l’unico mezzo di trasporto all’interno della Medina è l’asino (viene anche affittato per trasportare ogni tipo di mercanzia).

Per cui in alcuni posti l’odore non era certamente edificante. In alcuni posti neanche gli asini possono entrare e per impedire ciò una sbarra di legno posta circa ad 1 metro e mezzo di altezza chiude la via, nell’antichità non potevano entrare neanche i non mussulmani.
Ogni zona ospita una corporazione di artigiani, ogni bottega ha un maestro chiamato mallem, che insegna ai giovani apprendisti.
Visitiamo la Medersa Attraine (praticamente una alloggio per universitari con un cortile interno con vasca piena d’acqua e gli alloggi tutti intorno, peccato non molto ben conservata), la Moschea Karaouine (molto grande, fondata da una donna) che fu sede della prima università del mondo, la bella fontana di Neijarine.

Ma il vero spettacolo della Medina è rappresentato dall’insieme dei souk, ognuno dei quali raggruppa per categorie botteghe e laboratori artigianali.
Il souk Attarine è interamente dedicato alle spezie, la Kissaria ospita negozi di seta e broccati, il souk Nejjarine è dedicato ai falegnami, il souk dell’Henné prodotti di bellezza o medicinali, quello dei fabbri, dei tintori.
Ma quello che più ci ha colpiti (ne eravamo già a conoscenza) ed è da non perdere, è quello dei conciatori.

L’odore è penetrante ma non certo piacevole tant’è vero che ci hanno fornito di un grande quantitativo di menta per sopportare la puzza.

Siamo saliti sulla terrazza di una bottega e da li abbiamo visto un grande spazio dove si trovano delle grandi vasche di pietra scavate nel terreno, ognuna riempita con liquidi diversi nelle quali uomini con pantaloni corti e a torso nudo si immergono per lavorare le pelli.

Queste vengono immerse in bagni con sostanze diverse (calce, acqua, escrementi di piccione) per renderle morbide e trattabili, poi vengono colorate in altre vasche con tinture a base naturale ed infine stese al sole ad asciugare ed essiccare.

Credetemi il colpo d’occhio è veramente particolare come fortissimo e ripugnante è l’odore.
Chiaramente nel girovagare siamo entrarti anche nei tipici bazar per turisti (legno, pelli, tappeti ecc..) del resto dovevamo far fare il proprio lavoro alla guida si o no!?.
Girando girando abbiamo fatto le 2 e mezza per cui pranziamo in un ristorante all’interno della Medina (bello il locale, niente di eccezionale il cibo).
Dopo pranzo prendiamo la macchina e la guida ci porta dall’altra parte della Medina dinanzi alla porta Bab Boujelod (la principale e la più frequentata dai tuiristi). Ha un aspetto imponente e la facciata rivolta all’esterno è decorata con piastrelle di maiolica blu e oro mentre la facciata interna in verde e oro.

Dalla porta partono le due arterie principali della Medina: la Talaa Kebira e la Tala Sghira. Prendiamo la prima e raggiungiamo la medersa di Bou Inania.
Poi girovaghiamo ancora tra queste vie in cui il progresso è una parola sconosciuta, la vita qui si muove a ritmi che non è esagerato definire medioevali ed infine, ormai quasi sera salutiamo la nostra guida (veramente bravo) e torniamo in albergo per la cena.
Dopo cena Yassine ci propone di andare in un locale tipico all’interno della Medina per assistere ad uno spettacolo folkloristico con la danza del ventre. Accettiamo volentieri anche perché con 10 € oltre allo spettacolo finalmente ci possiamo bere una birra anche al di fuori degli alberghi.

Mercoledì 4 luglio – Fes - Ifrane - Benimellal - Marrakech

Alle 8.30 del mattino saliamo in macchina (io mi metto vicino ad Yassine) e partiamo per Marrakech attraversando la regione del Medio Atlante (circa 500 Km), sarà una giornata dura.
Prima passiamo per Immouzer du Kandar (cittadina berbera) e poi, dopo circa 160 Km da Rabat, facciamo sosta d Ifrane (stazionee sciistica) situata al centro di una foresta di cedri.

Ci riposiamo per mezz’ora e poi riprendiamo il viaggio.
Passiamo per Azrou (villaggio berbero – bella la moschea) e proseguiamo scendendo di quota verso la regione di Benimellal facendo sosta per fumarci una sigaretta lungo la strada in una specie di belvedere su di un lago (purtroppo sotto un sole rovente e senza possibilità di ombra.
Il paesaggio che abbiamo incontrato lungo il viaggio è notevole perché si passa dalle foreste alla terra rossa e arida, a terra grassa e piena di piantagioni per poi nel volgere di 1 Km a praticamente deserto con solamente dromedari e piccoli greggi di capre.

Alle 2 passate finalmente facciamo sosta per il pranzo (ai bordi di una piscina di un albergo alle pendici di una collinetta).
Ormai stanchissimi proseguiamo il viaggio ed arriviamo a Marrakes alle 6 del pomeriggio.
Caldo allucinante oltre i 40 gradi (rimpiangiamo il fresco di Casablanca e Rabat).
Prediamo alloggio al Golden Tulip Farah (buono).
Cena e riposo.

 

 

 

 
 
 

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