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.:: (2011) - Betlemme

 

Sabato 19 febbraio – Betlemme - Tel Aviv

Betlemme dista da Gerusalemme una decina di chilometri. Ci aspettavamo di vedere il muro che divide i territori occupati sotto amministrazione palestinese ma passarci vicino con i suoi graffiti e la sua imponenza ci ha dato un senso di sgomento sulle notevoli divisioni che esistono in questo tormentato paese. Il muro, che separa appunto la Cisgiordania, è una barriera (in parte anche elettronica) lunga 725 Km che ingloba la maggior parte delle colonie israeliane e dei pozzi. Inoltre comporta la mancanza di libertà di movimento, l'isolamento di certi villaggi ed un senso cupo d'imprigionamento.

Approfittando del fatto di avere una macchina con targa diplomatica e grazie ai documenti di Roberto passiamo il check-point con la Palestina velocemente e senza alcun problema e la prima cosa che ci colpisce è il murales con la colomba (simbolo di pace) ritratta col giubbotto antiproiettile e dentro un mirino!

Betlemme, disposta su tutta una serie di colline, contrariamente a quel senso di confusione e purtroppo di sporco che caratterizza in genere le cittadine arabe è attualmente, oltre che meta di pellegrinaggio,  una città molto carina,  specialmente nella zona che circonda la piazza della Mangiatoia e nei dintorni del suq, con molte abitazioni e negozi moderni (c’è pure uno Stars & Bucks).

Arriviamo direttamente alla piazza della Mangiatoia e parcheggiamo sul piazzale antistante la Basilica della Natività che è la meta della nostra visita a Betlemme.

La Basilica, inserita nella lista del patrimonio mondiale dell'umanità dell'UNESCO nel 2012, su richiesta dello Stato di Palestina, è stata eretta nel luogo in cui sarebbe avvenuta la nascita di Gesù ed è costituita dalla combinazione di due chiese e da una cripta (per l’appunto la grotta della Natività).

L’ingresso nella chiesa è consentito solo tramite una porta stretta e bassa (per non far passare i cavalli) in quanto le altre due porte originarie sono state murate.

Appena entrati ci rendiamo subito conto della lunghissima fila di pellegrini per entrare nella grotta della Natività, al che Roberto, sfruttando le sue amicizie, chiama al cellulare uno dei custodi che ci fa entrare, non senza imbarazzo da parte nostra,  e bloccando la fila praticamente dall’uscita dietro l'altare.

Nella grotta risaltano due zone distinte: Il luogo in cui, secondo la tradizione cristiana, avrebbe avuto luogo la nascita di Gesù; il punto è simbolicamente segnato da una stella d'argento a quattordici punte, circondata da lampade d’ottone, candele e drappi dorati in cui è incisa, in latino, la frase «Qui dalla Vergine Maria è nato Cristo Gesù» e Il luogo in cui era situata la mangiatoia dove Maria avrebbe deposto Gesù subito dopo la nascita.

Dopo un breve tempo in raccoglimento usciamo sempre dalla stessa parte e rientriamo nella Basilica per visitarla con calma.

La basilica è divisa in cinque navate da quattro ordini di colonne monolitiche in pietra rosata; su di esse sono ancora visibili tracce delle antiche decorazioni pittoriche. Il tetto è a travi scoperte. Dei vecchi mosaici che ricoprivano tutte le pareti, non restano che poche tracce.

Infine tramite una bassa porta entriamo nel bel Chiostro di San Girolamo per poi visitare la chiesa francescana di S. Caterina.

Dall’interno della chiesa si accede ad un gruppo di cavità, tra cui la più famosa è la Grotta di San Giuseppe, nella quale si dice sia avvenuto il sogno di Giuseppe.

Lasciamo la Basilica della Natività e Roberto ci porta, facendo  poche centinaia di metri lungo una stradina al lato sud della Basilica,  a visitare un altro Santuario di Betlemme, poco conosciuto, ma che la devozione popolare e la preghiera di generazioni ne hanno fatto un luogo di prodigi e di mistero: la Grotta del Latte.

Posta a tre metri di profondità rispetto al piano stradale, la grotta ricorda, secondo la tradizione, il luogo dove Maria sostò per allattare il bambino. Durante l’ allattamento alcune gocce di latte caddero imbiancando miracolosamente tutta la grotta. Per questa ragione è oggetto di devozione da parte delle donne non solo cristiane e musulmane di Betlemme ma di tutto il mondo, che qui vengono a pregare e a implorare Maria per avere figli e abbondanza di latte.

Tra l’altro, ci dice Roberto, è l’unico luogo dove viene raffigurata la Vergine Maria a seno nudo mentre allatta Gesù.

La più famosa di queste raffigurazioni è senz'altro il quadro della Madonna del Latte, appunto che allatta, posta in un incavo, scavato nella roccia, a cui si accede tramite gradini quasi naturali. la custodia di queste grotte è affidata alle suore Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento che pregano a turno ed in perfetto silenzio 24 ore su 24.

Fattosi molto tardi, Roberto ci porta finalmente a mangiare, praticamente la cena, in un rinomato ristorante arabo (La Tenda) alla periferia di Betkemme dove mangiamo benissimo.

Lasciato il ristorante ci portiamo al check-point da cui siamo entrati ma la fila era veramente imponente per cui Roberto opta per un altro check-point riservato solo agli ebrei e agli occidentali dove non troviamo nessuno. Prendiamo una superstrada recintata per tutta la sua lunghezza che ci porta a Tel Aviv percorrendo il territorio occupato. Roberto ci fa notare inoltre come sia facile distinguere i villaggi palestinesi dagli insediamenti ebraici: quelli ebraici sono molto illuminati!

Arrivati a Tel Aviv ci concediamo una passeggiata digestiva e poi stanchissimi a letto.

Domenica 20 febbraio – Tel Aviv - Roma

Giorno di partenza, ma prima Roberto ci porta in un famoso centro dove si vendono diamanti (Israele è uno dei maggiori paesi dove si commerciano diamanti). Vediamo il museo all’interno, ci spiegano le varie tecniche di taglio ecc..

Dopo la visita raggiungiamo l’aeroporto e dopo un attentissimo controllo dei bagagli e delle persone ci imbarchiamo sul volo Alitalia che ci porta a Roma dove atterriamo nel pomeriggio.

 

Considerazioni:

Il Viaggio è stato bello, la presenza di Roberto ci ha permesso di non perdere tempo e andare sul sicuro visitando molti posti. In più, visto che sono anni che è in Israele, ci ha raccontato molto sugli usi, sui costumi e sulla eterna contesa tra ebrei e palestinesi. Per non parlare poi della scelta del cibo e degli ottimi ristoranti.

L’unico rammarico è dovuto al fatto che, nonostante Roberto in poco tempo ci ha fatto vedere molto,  Gerusalemme avrebbe meritato una visita più approfondita, almeno 2 giorni compreso il pernottamento.

 

 

 
 
 

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